Il 18 maggio 2023 i manifesti cinematografici cubani sono stati iscritti nel Registro dell’UNESCO
della Memoria del Mondo.
CINE LIBRE  racconta la storia di questo fenomeno grafico unico nel suo genere e dei suoi creatori.
Marzo 1959: tre mesi dopo la vittoria della Rivoluzione, Fidel crea l’Istituto Cubano di Arte e Industria Cinematografica (ICAIC) e lo mette nelle mani di un gruppo di giovani appassionati di cinema: Alfredo Guevara, Julio García Espinosa, Tomás Gutiérrez Alea, Santiago Alvarez…
L’ICAIC incoraggia i maestri del Neorealismo italiano a lavorare: autori come Cesare Zavattini  si impegnano a scrivere film con registi cubani esordienti; direttori della fotografia come Otello Martelli (Paisà di Roberto Rossellini) passano dal set de La Dolce Vita a quello di  Historias de la Revolucion , il primo film rivoluzionario girato nelle foreste della Sierra Maestra!
Il documentarista olandese Joris Ivens insegna ai membri del nuovo esercito rivoluzionario le tecniche cinematografiche per diventare corrispondenti di guerra.
Nel 1962 l’ICAIC organizzò Cinemóvil: una campagna di proiezioni di film nelle remote città dell’isola dove il cinema non era mai arrivato prima. Più di 4.000 proiezioni e un milione e duecentomila spettatori il primo anno!
L’ICAIC riconsidera completamente la distribuzione in sala, per ripristinare i gusti e l’orientamento del pubblico. Saul Yelin, che ha viaggiato per anni tra Stati Uniti, Unione Sovietica ed Europa e parla fluentemente sei lingue, viene nominato responsabile delle relazioni internazionali e insieme a Guevara inizia una frenetica campagna di relazioni con i distributori cinematografici internazionali: URSS, Polonia , Cecoslovacchia , Ungheria, Romania, certo, ma anche Francia, Giappone, Italia, Svezia, Spagna… Il settimo sigillo, Il coltello nell’acqua, Cleo dalle 5 alle 7, I 400 colpi, I sette samurai, La Dolce Vita, L’Eclisse: il cinema d’autore arriva per la prima volta nelle sale cubane.
Ma ogni uscita nelle sale è annunciata da nuove locandine: le originali sono troppo commerciali. Ora il pubblico deve essere attratto da un’immagine inaspettata, enigmatica e metaforica.
Eduardo Muñoz Bachs, Rafael Morante, Raul Martinez, Tony Reboiro, René Azcuy, Antonio Pérez Gonzales aka Ñiko… Questi sono solo alcuni della grande squadra di artisti che hanno dato vita al “manifesto del cinema”, un fenomeno artistico unico che segnerà dei momenti più alti del 20° secolo.

Libertà. I manifesti sono l’espressione di un cinema libero dalle leggi del mercato. Niente più volti di star, baci o scazzottate: i manifesti invitano il pubblico a riflettere, a interrogarsi sul senso del film. I suoi autori erano liberi di progettare ciò che volevano, traendo ispirazione da linguaggi, tecniche e stili diversi: pop art, fotografia, arte astratta… 
Passione. I manifesti non sono solo la rappresentazione visiva di un nuovo cinema libero, ma testimoniano anche la passione per quest’arte che è stata motore trainante della vita culturale e sociale di un intero Paese.
Invenzione. Grazie alla loro fantasia i disegnatori di carteles riuscirono a superare la carenza di materiali dovuta all’embargo . Niente inchiostro rosso? Ok, useremo il mercurocromo! E’ finita la carta da stampa? Prendiamo la carta da giornale!

E i risultati sono oggi esposti nei più importanti musei d’arte contemporanea del mondo.

 

CINE LIBRE

anno di produzione: 2023

Durata: 52 / 94

una produzione DOCART (Italia) in coproduzione con ICAIC Audiovisuales (Cuba) AVROTROS (Paesi Bassi) Leonardo Film Gmbh (Germania)

In collaborazione con Rai Cultura (Italia)

con il supporto di

Ministero della Cultura

MEDIA Europa Creativa

in collaborazione con

Associazione Nazionale di Amicizia Italia Cuba

Centro Studi Cartel Cubano Venezia

scritto da Luigino Bardellotto Adolfo Conti Elia Romanelli

diretto da Adolfo Conti Elia Romanelli

Produzione esecutiva Amalia Carandini

con
Michele Miyares Hollands
Nelson Ponce Sanchez
Edel Rodríguez Molano – Mola

Raúl Valdes González – Raupa

intervistati
Olivio Martinez
Pepe Menendez
Rafael Morante Boyerizo
Antonio Pérez Gonzales – Ñiko
Manuel Perez Paredes
José Justino Rodríguez Martínez

Hector Veitia

consulenza scientifica Luigino Bardellotto Luciano Castillo Rodríguez

direttore di fotografia Giuseppe Drago

montaggio Eugenio Persico